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Centro Medico San Pietro News

prevenzione cardiovascolare

Consigli di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria

La salute cardiovascolare è alla base del benessere generale di ogni individuo. Conoscere i fattori di rischio a cui ognuno è esposto significa poter mettere in atto strategie preventive al fine di evitare che un evento si verifichi (prevenzione primaria) e stabilire la frequenza ed il tipo di controlli medici ed esami a cui sottoporsi.

I consigli di prevenzione diventano ancora più importanti quando la malattia cardiovascolare si è già manifestata e occorre lavorare per limitare i rischi di una recidiva (prevenzione secondaria).

Fattori di rischio cardiovascolare

I fattori di rischio cardiovascolare sono degli indicatori importanti che vanno valutati con attenzione nella presa in carico di un paziente in molti ambiti medici. La salute cardiovascolare, infatti, è una parte importante del benessere generale di ognuno di noi e valutare il rischio di incorrere in un’affezione del cuore e dei vasi può aiutare a pianificare meglio i controlli, ad agire in prevenzione e ad abbassare il rischio stesso. A questo scopo, occorre però distinguere i fattori di rischio in modificabili e in non modificabili, dove i primi possono essere influenzati, mentre i secondi possono solo essere monitorati.

Fattori di rischio cardiovascolare modificabili

I fattori di rischio cardiovascolare che possono essere modificati seguendo alcuni consigli del medico sono:

  • il vizio al fumo,
  • l’abuso di alcool,
  • l’assunzione di droghe,
  • lo stile di vita sedentario,
  • l’alimentazione scorretta.

Ci sono poi alcuni fattori di rischio che non sono del tutto modificabili, come l’utilizzo della pillola contraccettiva e l’assunzione della terapia ormonale sostitutiva in menopausa che, pur aumentando il rischio cardiovascolare in soggetti predisposti, sono frutto di una valutazione medica ponderata tra rischi e benefici.

Anche lo stress e la conseguente carenza di sonno sono condizioni modificabili, spesso solo in teoria e solo entro certi limiti.

Fattori di rischio non modificabili

I fattori non modificabili sono dati di cui tenere conto ma sui quali non si può intervenire. Ecco i principali:

  • l’età: invecchiando aumenta il rischio,
  • la familiarità, che può essere associata alla predisposizione a presentare malattie cardiovascolari congenite o acquisite,
  • il sesso maschile: le donne, fino alla menopausa, risultano protette dal rischio cardiovascolare grazie all’azione degli estrogeni.

Condizioni predisponenti, su cui poter intervenire in modo efficace!

Vi sono poi alcune patologie che, a loro volta, possono essere correlate a stili di vita poco sani, che possono predisporre a malattie a carico del sistema cardiovascolare. Tra queste bisogna indicare:

  • sovrappeso e obesità,
  • sindrome metabolica,
  • ipertensione arteriosa,
  • dislipidemie (ovvero l’aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi) che può contribuire al verificarsi di casi di arteriosclerosi che, a sua volta, può essere la causa di eventi cardiovascolari gravi e traumatici.
  • Iperomocisteinemia,
  • apnee ostruttive del sonno, che disturbando il riposo, influiscono sui livelli di stress aumentando il rischio cardiovascolare e gli eventi ad esso correlati.

Linee guida per ridurre il rischio cardiovascolare: parola d’ordine prevenzione

Conoscendo i fattori di rischio, non sarà difficile capire su quali intervenire e come. Migliorare l’alimentazione, evitare la sedentarietà, astenersi dal fumo, limitare il consumo di alcool, ridurre lo stress e migliorare la qualità del riposo sono tutte azioni in grado di ridurre il rischio cardiovascolare. Sottoporsi poi a frequenti controlli medici, se anche non potrà ridurre il rischio legato ai fattori non modificabili, almeno potrà tenere sotto controllo il livello di rischio.

Alimentazione sana e attività fisica moderata ma costante

La combinazione tra una vita attiva e un’alimentazione sana contribuisce a mantenere un peso corporeo nella norma e ad evitare lo sviluppo di sovrappeso e obesità, nonché di problemi metabolici e di ipercolesterolemia, tutte condizioni predisponenti a malattie cardiovascolari.
Una dieta mediterranea, ricca di frutta e verdura, cereali integrali, pesce, legumi, olio extravergine di oliva e, al contrario, povera di carne rossa e grassi di origine animale, sale e zuccheri è universalmente riconosciuta come ideale per la prevenzione di disturbi cardiovascolari.

Per quanto riguarda l’attività fisica, si consiglia lo svolgimento di attività aerobiche costanti, come la corsa leggera, la bici, il nuoto o la camminata veloce. Se non si ha tempo per lo sport, si possono almeno cambiare alcune abitudini quotidiane, preferendo, ad esempio, la bicicletta all’auto e le scale all’ascensore.

Limitare stress, fumo, alcool e caffè

Abbiamo visto come lo stress sia uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare. Se, a volte risulta difficile evitarlo, allora, si possono seguire alcuni consigli per gestirlo, come ad esempio:

  • fare esercizio fisico (doppiamente utile perché favorisce il rilascio di endorfine, oltre ad aiutare a restare in forma!),
  • meditare,
  • fare esercizi di respirazione,
  • dormire bene,
  • mantenere i rapporti sociali.

Limitare lo stress è molto importante, perché esso è strettamente correlato ad abitudini di vita malsane, come quella del fumo e dell’abuso di alcolici e di caffeina che, come abbiamo visto, aumentano il rischio cardiovascolare.

Sottoporsi a frequenti controlli medici

In presenza di fattori di rischio non modificabili o di condizioni di salute predisponenti, i controlli medici frequenti diventano l’unica arma efficace!
I controlli su cui concentrarsi sono:

  • peso corporeo,
  • pressione arteriosa,
  • ritmo e frequenza del battito cardiaco,
  • livello di glicemia,
  • i livelli di omocisteinemia,
  • livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.

La prevenzione secondaria cardiovascolare e i consigli post-intervento

Gli eventi cardiovascolari traumatici rappresentano, spesso, un discrimine tra il prima e il dopo. Dopo un infarto o un ictus, infatti, deve cambiare la propria consapevolezza in merito ai fattori di rischio e alla prevenzione. Ecco perché occorre seguire i consigli del medico, astenendosi dal fumo, seguendo una dieta equilibrata e limitando le fonti di stress. Inoltre, è essenziale seguire con precisione e fiducia la terapia medica consigliata e controllare frequentemente valori come la pressione arteriosa, il profilo lipidico e d i livelli glicemia.

Non bisogna temere, ad eccezione del primissimo periodo, quando lo sforzo non deve essere eccessivo, di fare esercizio fisico, che è essenziale quanto la terapia farmacologica. L’importante è fare sempre attenzione ai segnali che ci manda il corpo, sospendendo subito l’attività in presenza di dolore toracico, nausea, vertigine o difficoltà respiratoria.

Quanto dura la convalescenza

Il periodo di convalescenza dopo un intervento cardiochirurgico o in ambito cardiovascolare può variare tra le sei settimane e i tre mesi. In questo tempo si seguirà un percorso di riabilitazione, terminato il quale è importante tornare progressivamente alle proprie attività quotidiane e occuparsi della propria salute fisica e psicologica, entrambe provate dal periodo di ospedalizzazione.